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"Parcheggiatore abusivo": se minaccia è tentata estorsione
Un'interessante sentenza della Suprema Corte si sofferma sui quei "parcheggiatori abusivi" che non si limitano a controllare le auto in sosta, ma pretendono la corresponsione di denaro per la propria prestazione …!
Un automobilista, nel caso preso in esame dai Giudici di legittimità, posteggia il proprio veicolo in un'area ricadente nella "giurisdizione" di uno di essi. Un euro e cinquanta è l'importo richiesto per garantire l'attenta supervisione della vettura; al rifiuto categorico del cittadino ad erogare quanto preteso, l'abusivo minaccia seriamente l'integrità fisica del conducente e dei familiari presenti, dichiarando di potersi avvalere di un gruppo di pregiudicati. Ciò all'evidente fine di costringere il malcapitato al versamento.
Per Cassazione penale, sezione II, 1° aprile -
La sanzione -
La Suprema corte sottolinea, in particolare, che la fattispecie in parola prevale su altre qualificazioni decisamente meno gravi, quali l'esercizio arbitrario delle proprie ragioni (semplicemente perché qui non vi è alcuna "ragione" da vantare, seppure in modo arbitrario) e la violenza privata (ipotesi nella quale mancano entrambi i rilevanti profili del profitto e del danno, ricorrenti invece -