Scorci di una normalissima ed insignificante giornata lavorativa di un mero “impiegato comunale”
10 marzo 2015, ore 19:10. Il turno termina alle 19:30 e mi dico:”Ok, ancora 20 minuti poi si va a casa”. Squilla il telefono. Il collega alza la cornetta e dice: “Polizia Locale, buonasera.” E’ un privato cittadino che ci informa che ha notato tre individui muniti di scala entrare dalla finestra di un capannone della zona industriale. Io e il collega ci guardiamo con aria tesa. Il dovere ci chiama. Il collega risponde: “Ok, interveniamo immediatamente”. Informiamo telefonicamente il nostro Comandante libero dal servizio e contestualmente dando atto allo spirito di collaborazione tra le forze dell’ordine, chiamiamo il Comandante della locale stazione dei Carabinieri per avere un supporto, sì, non si sa mai. Loro sono in tre…o forse quattro, noi siamo in due. Il Comandante si mette a disposizione personalmente, in quanto al momento non ha una pattuglia disponibile. Anche loro sono sotto organico e con pochi mezzi. Ci portiamo di volata in loco con i lampeggianti accesi, niente sirena, sarebbe un biglietto da visita troppo evidente! Nella mia mente passano mille pensieri. Devo concentrarmi sulla guida, se mi succedesse un incidente in intervento o se investissi qualcuno, avrei dei casini e sicuramente dovrei pagare i danni. Il cuore inizia a pompare e a battere sempre più velocemente. Penso a quello che potrebbe accadere. Non sappiamo chi ci troveremo davanti, magari scapperanno come lepri quando ci vedranno arrivare, oppure no, potrebbero anche reagire. Potrebbero anche essere armati. Ormai, visto come vanno le cose, questi non hanno alcuna remora. Penso a casa, a mia figlia, alla moglie, l’adrenalina sale e la tensione pure. Se mi dovesse succedere qualcosa la mia famiglia economicamente sarebbe in guai seri ! Incrociamo il comandante dei CC, con la sua auto, in borghese e libero dal servizio, arriviamo assieme. Ci dice che si stava recando ad un impegno personale, ma ha dato priorità alla nostra richiesta. Prendo la fedele e potente torcia a led che ho comprato di tasca mia su internet e benedico quel momento in quanto il luogo è buio pesto. Il collega fa per aprire il cancello d’entrata del capannone, lo sfiora appena e questo cade pesantemente al suolo verso l’interno con un fragore assordante. Era appena appoggiato sulle corsie. Ok, l’effetto sorpresa è andato a farsi benedire ! Penso che stavo quasi per arrampicarmici per scavalcarlo e rabbrividisco al pensiero che avrei potuto rimanere schiacciato sotto quel cancello di qualche quintale di peso! Un breve “pensiero” va anche al Professor Monti che ha pensato bene di toglierci la cosiddetta “causa di servizio” e “l’equo indennizzo’, nel senso che se dovesse succedermi qualche infortunio durante il servizio, non avrei alcuna rifusione delle spese mediche e agevolazioni in caso di invalidità, cose che invece le altre forze di polizia statali hanno. Entro nell’area buia del capannone ed estraggo la pistola tenendola lungo il fianco e penso: “Caspita! Questa è già la terza volta in breve tempo, che sono costretto ad estrarre la pistola a tutela della mia incolumità e speriamo di non doverla usare!” Inizio a perlustrare ogni angolo esterno nel buio pesto e tengo d’occhio le uscite laterali. Il collega e il Comandante dei CC fanno il giro ed entrano dall’entrata principale. Passano lunghi e tesi minuti e io continuo a rimanere concentrato guardandomi ogni tanto le spalle e a scrutare le uscite e il fianco del capannone, illuminando sempre con la mia fedele torcia. È un susseguirsi di pensieri: “speriamo che vada tutto bene”, “speriamo che non succeda nulla”, “e se escono e me li ritrovo difronte ??!!”, “e se reagiscono all’alt che intimerò loro ??!!”, “chissà chi sono sti balordi! E se mi feriscono!?..non ho nessuna tutela!…nulla!!”,”…e se sono io a ferire loro!?” ,“sicuramente, come va di moda adesso, mi chiederanno i danni per lesioni e cosi sono rovinato!! Se procurano a me delle lesioni, che caspita di danni vuoi che chieda !!” Scavalco la recinzione sul retro, facendo attenzione a non farmi male e raggiungo gli altri. Escono dicendomi che devono essere scappati precipitosamente poco prima del nostro arrivo, in quanto hanno lasciato la scala usata per introdursi all’interno. Ecco, la tensione cala, spengo la torcia e rimetto la pistola nella fondina. Facciamo il punto della situazione. Iniziamo una perlustrazione della zona per controllare e per individuare eventuali anomalie o persone sospette. Del veicolo segnalato nessuna traccia. Ci ringraziamo a vicenda per la cooperazione e rientriamo per stendere il verbale d’intervento. Penso: “anche stavolta è andata bene, soprattutto per noi!”. Rientrando alla guida dell’auto di servizio mi si riaccendono nella mente delle parole dettemi dal dottore che effettua le visite periodiche in Comune: “le consiglierei di effettuare la profilassi anti-epatite, sa, il suo è un mestiere a rischio, può entrare in contatto con dei liquidi biologici”…poi, l’assicuratore a cui mi sono rivolto per un preventivo per una assicurazione personale che mi copra in caso di infortunio durante il servizio: “ sa, il premio che andrà a pagare, ovviamente, è più alto in quanto la sua è una professione a rischio”…fatto il corso maneggio armi,…fatto il corso di difesa personale,…fatto il corso di guida sicura…fatto il corso per l’uso dello spray anti-aggressione, e mi chiedo: “ma com’è sta storia!? C’è qualcosa che non mi torna”…se lo Stato stesso non mi riconosce giuridicamente come categoria a rischio!!!…..Ah, ma è vero, dimenticavo, sono un semplice impiegato comunale ! Sono le 20:30 striscio il badge in uscita digitando il codice “straordinari” pensando che molto probabilmente dovrò recuperare quell’ora, vista la mancanza di fondi. Saluto il collega. Domani è un altro giorno.