Vigile si incatena in Campidoglio!

Si sta scrivendo oggi 7 settembre 2016, l’ennesimo atto di questa assurda storia: il Funzionario della Polizia Locale di Roma Capitale che, con altri due aveva denunciato e sequestrato gli stivali di servizio in quanto “taroccati” si incatena alle scale di accesso del Campidoglio, chiedendo di poter parlare con la Sindaca Raggi per poterle illustrare la terribile situazione che incredibilmente sta vivendo.

incatenatoE così, mentre tutta l’attenzione dei media è rivolta alla crisi della giunta del Comune di Roma il rappresentante RSU Roberto Pardo ha compiuto un gesto significativo che fa comprendere appieno la gravità della situazione: incatenarsi sulle scale di ingresso del Campidoglio e chiedere l’incontro con la Sindaca o con Marcello De Vito

Come abbiamo già raccontato nell’articolo che trovate a questo link, il rappresentante sindacale RSU era già finto sotto consiglio di disciplina a causa del caso sollevato circa la fornitura di vestiario per la Polizia Locale non conforme alla normativa Comunitaria ma di fabbricazione cinese ed ora, come lo stesso dichiara: “questa vicenda mi può portare al licenziamento” in quanto accusato di aver fatto conoscere i fatti alla mass media.

Si è conclusa in serata la manifestazione che ha fatto si che la voce del vigile venisse ascoltata anche dai vertici politici e dalla Prima Cittadina.

“Ringrazio il Presidente De Vito che con la sua presenza mi ha fatto sentire protetto dalla legalità e dalla trasparenza.” Dichiara Roberto Pardo continuando: “Ringrazio il dott. Vigiano che, nonostante gli impegni gravosi di questi giorni ha promesso di rivedere i fascicoli dei due colleghi coinvolti ed il mio, convocandomi per una completa revisione. Ringrazio Sara Seccia per il conforto e la pazienza spesi in mio favore. Ma ringrazio tutti e tre per l’impegno in favore della legalità e della giustizia. Il lieto fine che aspettiamo sarà il trionfo dei sani principi e non dei personaggi coinvolti. Ringrazio i giornalisti che hanno saputo capire. GRAZIE. Sopratutto ringrazio mia figlia Martina che mi ha saputo e sostenere con la sua presenza attiva nel momento in cui stavo per non farcela più. Aver ragione e combattere per farla sentire è una delle prove più dure che la vita può riservarci.”

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